domenica 23 marzo 2014

E aspetterò domani per avere nostalgia




- Una romantica e breve dissertazione sull'attesa -  (Maggio 2008)


Oh, i gentiluomini stanno conversando. 
E la luna di mezzanotte è sulla riva del fiume
Stanno bevendo e passeggiando. 
Ed è il momento per me di scivolare via
Io vivo in un altro mondo, 
dove la vita e la morte vengono fissate nella memoria
Dove la terra è legata con perle di innamorati. 
E tutto quello che vedo sono i miei occhi scuri. 
             
Qualcosa di selvaggio si rimuoveva attorno al suo dolore. Le reti dei pescatori tiravano diamanti e rare conchiglie, ma solo un cercatore di bellezza scorge perle preziose negli occhi della notte o nella sfortuna di un addio. Ci sono momenti che possono protrarsi all'infinito, e rimanere perfetti nel loro flusso di memoria. A volte oltre a castelli di sabbia, anche il pensiero sa disfarsi, come lacrime sul bagnasciuga o come un biglietto aereo che ti piacerebbe stracciare e ripartire da una notte di sospesa comunione.

Gloria era una donna matura. Gloria aveva sofferto e ne aveva viste tante. E sempre coi suoi occhi blu. Eterni, mistici. Occhi che sanno reggere i colpi con coraggio e vigoria. Era una persona libera da schemi e canoni prefissati. Indipendente; forse un po’ pazza. Un giorno sulla sua strada si affacciò uno stordito trentenne. Di quelli come ce ne sono tanti, pensò Lei. Aveva visto nascere un nuovo giorno di sofferenza e rancore, aveva bussato ad ogni porta senza ricevere risposta alcuna. Dopo un lungo cammino e anni d’intimo dolore; come ruggine su un parabrezza di sogni ostruiti da ogni capacità lenitiva, si fermò per riprender fiato, soltanto per un momento. Qualcosa d’ancestrale e chimico si scatenò nello sguardo di queste due creature. E lei da persona dolce, ma decisa, lo fermò per chiedergli: - Ciao, come va?

Lui reagì con finta spavalderia e sapida timidezza. Aveva lo sguardo fiero da autentico uomo del Sud. Una pelle calda e sensuale di mare e Sole. La voce pastosa e il timbro da gaglioffo di periferia.

Lei non badò alle apparenze. Senza avvisare né chieder permesso s’intromise con vigore nella malinconica disperazione di questo austero figuro.

S’erano già incontrati in un noioso party spagnolo, dal quale entrambi volevano scappare, per noia o solo per apatia.

Come over to the window, my little darling,
I'd like to try to read your palm.
I used to think I was some kind of Gypsy boy
before I let you take me home.


Demetrio, in un capitolo precedente della sua vita, era stato una giovane promessa meridionale, ma da otto anni sopravviveva con decadente abbandono. Aveva smesso di lottare e di credere, di sperare in un futuro roseo. Quando ogni bocciolo dischiuso si trasformava in fiele e la sua faccia, ad ogni colpo mutava l’espressione fino a renderlo una caricatura involontaria, cesellata da due fessure che altri chiamavano occhi. In passato ebbe una fulgida chioma, ridotta adesso a sparute ciocche d’abbandono e solipsismo.

Aveva osservato la pioggia cadere da sola, in solitudine, e come i suoi capelli, era svanito il sorriso e il meglio di se. A tenergli compagnia c’erano adesso dieci chili di grasso. Insomma gli Dei avevano maledetto il suo futuro, forse a causa della sua sterminata accidia, o del suo menefreghismo imperante. A Demetrio interessava solo il suo intimo clamore, tutto il resto era oscura chincaglieria.

Ascoltava al buio “Pink Moon”, del bardo Nick Drake, disperandosi sul com'era possibile concepire tanta grazia, tutto quel feeling da parte di un sol uomo, mentre lui era un guscio vuoto. Che senso aveva tutto, e perché la vita si accanisce sempre con i sognatori fannulloni?

Senza decretare loro nemmeno una piccola pensione d’infedeltà, un misero barbaglio di Calore. Una promessa infranta, una gravidanza indesiderata e anche il suo amore adesso era sfuggito dalla rete. A nulla serviva il profumo selvatico né la sua natura generosa e grezza.

Dove la ricompensa, dove il giaciglio d’Asilo Perpetuo? La vita è una battaglia senza quartiere fra la noia e il dolore e ogni guerriero senza scudo e senza armatura ha il diritto di arrendersi prima di essere sopraffatto, pensava fra se, ma poi si perdeva dentro i suoi blues e da lì era difficile tentare una risalita.

L'aria si sta scaldando, c'e' un brontolio nel cielo. Ho camminato a stento nelle alte acque fangose con il calore negli occhi che aumentava. Ogni giorno il tuo ricordo si indebolisce, non mi tormenta piu' come un tempo. Ho camminato nel mezzo del nulla cercando di arrivare in paradiso, prima che chiudano la porta

E poi, quando ormai aveva smesso di credere, e forse anche di sopravvivere, giunse Lei. Gloria era una persona appassionata, ma non lo dava a vedere più di tanto. Il suo libro preferito era L’insostenibile Leggerezza dell’Essere di Kundera, di cui condivideva il romantico senso di disfacimento e vacuità. Adorava Ultimo Tango a Parigi, ed in particolare l’interpretazione di Marlon Brando. Il suo poeta e cantante preferito era Leonard Cohen, una canzone su tutte, So long Marianne. E questo non le impediva di vivere con slancio facendo buffe espressioni capaci di trasformare una giornata monotona in un dì di festa.    

Rapiti nella folla in mezzo ai: - Ciao, come stai? Io e te e nessuna voce distinta. Camminiamo rapiti dal crepuscolo, mentre la nostra vita è una sempiterna notte di lacrime. Dolore e malinconia.

Io e te separati da un sentimento più grande della vita e di quest’epoca turbinosa; sulle rive del Fiume del Silenzio, finché la corrente tornerà alla solennità del suo originario silenzio.

Oh, tu sei veramente simile ad una graziosa creatura. Ho visto che sei andata e hai cambiato il tuo nome ancora. E proprio quando scalai quest’intero lato della montagna, per lavare le mie palpebre nella pioggia! Le tue lettere mi dicono che sei accanto a me ora. Quindi perché mi sento solo?
Io sono sulla sporgenza e il tuo bel tessuto di ragnatela sta legando le mie caviglie ad una pietra.

Gloria non accettava compromessi e odiava ogni tipo d’ipocrisia. Viveva con energica consapevolezza e tale coerenza si tramutava spesso in disillusione. Ma aveva una forza d’animo invincibile che la faceva rialzare anche dopo che un uragano le sconquassava l’anima. I suoi sogni non erano stati compressi in mp3, per fare spazio ad inutili segmenti di pragmatismo e scelte obbligate. Ma nessuno aveva domato questo bellissimo puledro selvatico destinato alla fuga. Eppure nel suo vagare c’era un alone di tristezza e di vitale smarrimento. Incantevole letizia, unguento d’espiazione.
E un giorno simile a molti, Demetrio e Gloria uscirono da soli, scambiando sorrisi e complicità. Lui la ascoltava, rapito dalla sua voce melodiosa e suadente più divina di quella dell’Arpa d’Eolo, e più dolce di tutte le cose. Quando lei disse: - …l'oggettivo trascendentale in forma cognitiva… lui ebbe una breve esitazione, e non capì, forse perché doveva partire. Era scritto che quel feeling dovesse interrompersi. Erano stati toccati da un lieve soffio di Calore, ma vincolati nella pausa eterna di un nuovo incontro. Si sa che l’attesa per un uomo violento è un letto di dolore…

Per tutti questi giorni s’era considerato più un inseguitore che un corridore. Forse sbagliando senza pentirsi. E s’era pentito senza tornare indietro. Qualche volta, senza casco, s’era lanciato nel vuoto, conoscendo le vertigini e la stratosfera della Solitudine. E in vetta ci si sente soli, si dice, però Demetrio si sentiva solo e non ero certo salito sul Bus dei Vincitori. Aveva pagato dazio senza batter ciglio. Scambiando per troppo tempo la rassegnazione coi propri sentimenti. Confondendo i propri genitali con l’orgoglio ferito. Camminò allora, fino a secernere acido lattico dai propri pensieri. Poi meditò su una cosa: l’isolamento, il dolore, erano forse il carburante per Questa Farsa in tre Atti, mentre si ritrovava in un soliloquio senza battute da declamare; pronto a barattare gli Ideali per delle Vele Inesistenti! E allora? Allora resterà pur sempre il Domani, e il sole bagnerà ancora le lumache malinconiche. Forse.

E così ora sto di nuovo tornando indietro, forse domani, o forse l'anno prossimo. Devo trovare qualcuno tra donne ed uomini dal destino incerto. Alcuni sono Maestri dell'illusione, altri sono Ministri del commercio Tutti con grandi delusioni, sfatti tutti i loro letti. Ma io ancora cammino in direzione del sole, cercando di starmene fuori dalla mischia… Aggrovigliato nella tristezza.

Demetrio, tipo dissoluto, di quelli che prendono senza mai dare. Il suo libro preferito era Il Processo di Kafka. Cresciuto con la letteratura del primo Novecento. Niente e nessuno avevano eguagliato la vertigine e lo stordimento procurati dalle letture kafkiane. Adorava Apocalypse Now, perché mentre Guaiva il suo saluto al Mondo sugli schermi di un cinema di periferia, stavano proiettando la pellicola interpretata da un magistrale Marlon Brando. Il cantante che più d’ogni altro aveva influito sulla sua formazione sentimentale, umana e morale, era stato Bob Dylan, in particolare le intime liriche degli anni settanta. Adesso però l’adolescenza sembrava sopita nelle sue vesti da ordinario debosciato. Dentro, alle volte, sentiva ancora la fiamma e la brama dei suoi sedici anni reclamar vendetta, bruciando come una Supernova.

Almeno per questa notte siamo ancora salvi! (Pensava fra sé) E nessun demone toccherà queste lenzuola d’effimera attrazione. Mi sento Umido & sono nudo con me stesso. In ogni futuro c’è un brandello di Mare. Quindi, oh cielo, se ti piace tanto: piovi pure! Chi sarebbe poi il sapiente? Forse colui che trasformerà la sofferenza in sorrisi? Resto qui, sospeso tra Kaos e Redenzione.

Finché la vita fuggirà dai nostri pensieri.

E Gloria era un simbolo di rinascita e di trasformazione. Rappresentava il passaggio allo stato spirituale, il superamento dell’individuo. Indicava la libertà dai condizionamenti, l’idealismo, l’apertura a valori di Comunione e Affinità. Forse era solo una Gran Dama, capitata per sbaglio sotto lo sguardo di un sopravvissuto alla propria disfatta. Ricordava vagamente Janis Joplin, non perché cantasse, anzi se ne guardava bene dall'esibirsi, ma aveva un modo di fare, un romanticismo coriaceo e univoco che la rendeva audace: immensamente bella, fascinosa e solare come un intenso mattino di maggio…

Dicono che tutti hanno bisogno di protezione e dicono che tutti devono cadere
e tuttavia giuro che vedo il mio riflesso da qualche parte al di là di questo muro
Vedo la mia luce che splende da ovest ad est e da un momento all'altro Sarò Liberato!

 C’era un anziano pianista, su St Patrick ’s Street, col suo strumento scardinato e poetico, che come una nave in rotta nel vasto Oceano eseguiva una struggente versione strumentale di “The times they are a changing”. Proprio in quell'istante gli occhi di Gloria e di Demetrio si incrociarono, lui abbassò lo sguardo per la vergogna di farsi scoprire ancora una volta vulnerabile e nudo ai suoi occhi. Aveva la barba incolta, i capelli sporchi e puzzava di solitudine e dolore. Lei si fece avanti e lo salutò, lui finse un innaturale distacco che il suo cuore trasformò subito in malinconia. Avrebbe voluto dirle tante cose, quanto fosse preso e quanto gli sarebbe piaciuto stringerle le mani in senso di resa e di lesa maestà. Ma era troppo tardi per la Tenerezza. Lungo la strada, l’Esercito assoldava legionari e coscritti, c’era disfacimento nell’aria, quasi come se l’umore di Demetrio stesse contaminando ogni cosa. Quanto tempo ancora la sua ferita avrebbe bruciato, nello stesso luogo in cui se l’era auto inflitta e dove lei l’aveva baciata e osservata con compassione.

Una ragazza scalza intonava il suo grido di speranza, “I shall be released”. Demetrio si chinò e gli porse una moneta, poi gli disse: - “Play another Dylan ’s song”

E lei eseguì con slancio una poderosa All along the watchtower: la canzone preferita di Demetrio. Quel canto di sirena imperiosa lo spinse oltre le barriere dell’infinito e per una volta non sentì rimpianto né sconfitta. Per la prima volta avvertì che essere battuto non era questa gran Tragedia. Sacrificherà se stesso all'Altare della Passione. Darà ogni cosa per poter vivere a modo suo Questa Farsa in tre Atti, senza accumulare tesori. E adesso, trascinando a fatica una bisaccia di cianfrusaglie e cattivi ricordi, scopre di aver trovato un Diamante Grezzo ed è pronto a barattare la sua brama di rivalsa e di libertà, pur di restare ancora un momento con Lei. Non rinuncerà al suo calore: vorrebbe sconfiggere i Demoni di Desolazione senza nessun’arma che non sia il suo Feeling.

A mani nude, À bout de souffle...

Demetrio ansima, faticosamente provato da strade di puro delirio e consapevolezza. E’ uscito da un labirinto di Mistico Livore, ha sospinto i suoi demoni nel baratro infinito della vacuità. Adesso sente di poter divenire profeta delle nuvole: cantore delle stelle e della luna. S’abbandona in un urlo di liberazione, consapevole che le Strade di Solitudine e Libertà sono state battute già altre volte, ma mai con tale abbandono.

La gente muore, le persone si lasciano vivere e sopraffare da titaniche conseguenze e vicissitudini, ma chi diviene Foresta sa resistere al peso del tempo, alla forza della Natura; taluni sopravvivono portando marchiati a fuoco i segni dello sfacelo e della sofferenza. C’è chi reagirà piangendo e chi inseguirà Il Vello Umido della Notte, mentre ogni cosa si fa largo nell'oscurità rendendoci liberi e prigionieri in egual misura.

Quasi trentenne e quasi sconfitto, osserva le luci della città e bagna il viso con una delle sue ultime lacrime di solitudine, sente un brivido percuoterlo per tutto il corpo... E adesso aspetterà domani per avere nostalgia, Signora Libertà, Signorina Fantasia! Così preziosa come il vino, così gratis come la tristezza, con la sua nuvola di dubbi e di bellezza.


"Vorrei dire tutto ciò che c'e' da dire in una sola parola, e con semplicità"

A Monia


Una storia irlandese di Dario Greco






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