lunedì 21 ottobre 2013

Tom Waits - Blue Valentine - (1978)

E' un Tom Waits ancora ingenuo e immaturo, musicalmente parlando. Forse. Un visitatore di bassifondi e di (mala) vita. Probabilmente un atteggiamento istrionico, un personaggio prestato alla musica e al blues. Probabilmente l'artista più dotato del dopo Dylan.

Il Tom Waits più disarmante è proprio quello che regala cartoline tristi di San Valentino. Il crooner dell'America sconfitta, quello che sa dar voce alle prostitute sognatrici, ai gaglioffi ispanici, e che sa far volare lontano dal marciume anche una sedia a rotelle. Memorie, ricordi... Somewhere...

C'è tanto romanticismo e poesia in questo album che potrebbe bastare per una carriera intera. Dal lato sbagliato della strada, dal lato giusto della musica e del songwriting... R'n'B, stomp, blues, jazz e ballate... Uno di quei dischi che se ti si appiccica addosso non ti molla più. Come una gomma da masticare su un mocassino bucato.

"Hey Pachuco!" 

Ps: Chiedete a Sarah Jane Morris o a Rickie Lee Jones, per credere!

Nessun commento:

Posta un commento