domenica 29 dicembre 2019

Un capodanno di ordinaria distopia




Intro - La catapecchia (dai sogni infrangibili)

Mi sveglio sempre troppo tardi per correre al meglio la mia strada, però non trovo mai il coraggio, né il cinismo per andare a letto presto. Forse perché ritengo che la vita non è altro che un fluire, da un punto imprecisato, verso un ideale di speranza. Non vedo nessun punto, non vedo nessuna linea tracciata sulla sabbia, che potrebbe condurmi giù, verso questo amabile ruscello. Sai, la parola è come un torrente, che solca le tracce nel terreno impuro, che ha attraversato nella mia mente. Sento un soffio imperituro, che scuote la mia coscienza e mi desta. Nonostante io voglia solo abbandonare le mie spoglie, in questo piccolo giaciglio. Sento il rumore del fiume dietro casa, ma non riesco a scorgere, il fluire delle vite che mi circondano. Sta soffiando, come se volesse spazzare via il mio mondo. Sta bruciando, ma non c'è nemmeno una scintilla, sta straripando, malgrado il letto del fiume sia in secca. In questo capodanno di ordinaria distopia. 

Uomini pensano, dettando il potere della legge sulla terra, di poterne disporre come vogliono. Lo stesso uomo, che ha già sfruttato a pieno la sua stessa distruzione, come il primo passo sulla Luna, ha tracciato la rotta verso il baratro imminente. Attraversare il mare per ingannare il cielo. Che forza di convinzione dovrà mai avere l'aria, dopo una tempesta! Mi sento, a ragione, responsabile, di ogni singolo colpo battuto alle porte, sul piano dei tavoli, di ogni brindisi, di coppie che sembrano innamorate. Ho stima del mio passato, in confronto al mio avvenire, al domani che verrà, che spazzerà via ogni incertezza dell'oggi. Presente e vivere quotidiano. L'uomo delle montagne, ha già camminato sulle nuvole, manipolato con facilità le folle, tessuto sogni e rammentato squarci di umanità, come fossero calzini bucati. Doppiato Sodoma e Gomorra, sposato sua sorella, e scorto il baratro infinito attraverso una fornace fiammeggiante. A quale scopo, però?

Non c'è nulla di nobile, nell'essere superiore a un altro uomo. La vera nobiltà, sta nell'essere superiore alla persona che eravamo fino a ieri. I fuorilegge sono apriscatole nel supermercato della vita. Così vi guardo dritto negli occhi, e comprendo che ognuno di voi è una creatura, che mai nella storia del mondo è esistita prima... e mai nella storia del mondo esisterà ancora. Il buio è innocenza più di quanto lo sia il giorno con le sue lussuriose chimere. Il buio accomuna adulti e bambini, nell'innocenza del mondo astrale. Nel sogno e nel buio, sperimentiamo continuamente, la nuda realtà della nostra solitudine: “E' impossibile comunicare la sensazione che accompagna un determinato periodo della nostra esistenza. E’ impossibile. Viviamo così come sogniamo, da soli. E dopo il cielo si tinse del nero del suo perizoma. Mentre il fumo di una sigaretta al mentolo invadeva l'aria e le mie tossine. A che scopo, però?

Parte I - Pr-ima d-e-l di-luvio (Pr-e-ludio)

Dentro una cantina perpetua di sconforto, c'è un animale solitario, a volte calmo e mansueto: non ha più la forza di ribellarsi alla sua mattanza. Con passo sinuoso riempie la stanza; e qui mi domando:- Dove va la fiamma di una torcia incandescente, quando il vento gelido la spegne? Luci nell'oscurità, candele perdute, sfrigolano nel vento. Le anime scomparse, ritornano alla pace. Eppure non conosce dimora questa inquietudine, né gioia o dolore, in questo orgoglio di spine scadute. La notte è una cosa già sfumata, nelle luci dell’alba. La notte è un giaciglio per bari, impostori, vigliacchi e disertori. La notte è andata via, e non c’è più nessun rifugio. Non è mai stato il mio dovere rifare il mondo da capo, né è mia intenzione suonare una carica di guerra, poiché io ti amo più di tutto, con un amore che non cede. E se esiste l'eternità ti amerò anche lì!

Sei solo un casinista, un disfattista, un assurdo provocatore, un creatore di fake news, uno spezza cuori, uno spezza schiene, che non lascia pietre rialzate. Puoi essere attore in una trama discutibile, ma sai essere anche tutto quello che ti pare. Fino a quando non sarai solo lo sbaglio di qualcun'altro, e finalmente imparerai la lezione!

Mi sveglio, in tempo per vedere il primo sole di una giornata, che so già non sorriderà a noi piccoli cacciatori di sogni.  Noi, periferici idealisti, ci siamo fatti carico di qualcosa più grande di noi stessi, e della nostra comprensione. Forse questa nostra vita non è altro che uno strano esperimento, di uno scienziato pazzo e un po' pasticcione, ma con un cuore grande, certo molto più della sua esile conoscenza. Sai, la parola è una menzogna, pronunciata da un dotto professorone, che non ha mai sofferto né sudato, per un tozzo di pane. Nella mia visione tutto cade a pezzi o si perde nel diluvio. Quando per la fretta ti dimentichi di chiudere la porta, ma  ormai è troppo tardi tornare indietro e vedere se sei ancora in grado di vivere la tua vera vita. Quella sognata e desiderata. Sta bruciando anche se il clima è gelido, divampa oltre questa vallata, di inutili rimpianti e sogni infranti.

Bombe e cannoli, panettoni di circostanza, gas e lacrimogeni, lucchetti, profili Instagram di merda. Cocktails, molotov, influencer: si nascondono e si celano dietro ogni tenda. Giudici falsi di cuore, muoiono nelle ragnatele di spiriti fiammeggianti, che essi stessi avevano tessuto e sostenuto. Ma adesso è solo questione di tempo, prima che scenda la notte.

Parte II - Aspettando (il capodanno distopico)

Tu hai deviato la marea e hai insegnato ai miei occhi a vedere. Il fatto di essere accanto a te è una cosa naturale per me, e non potrei mai lasciarti andare. Non importa cosa accada, poiché ti amo più che mai, ora che il passato è andato. Il motivo che è tuo è mio da suonare, su questa terra, lo suoneremo al meglio, costi quel che costi. Quello che è perduto è perduto, non possiamo recuperare ora, ciò che è andato perso nella piena in questo distopico, roboante, capodanno peppariano.

C’è silenzio capace di spaccare vetri e di far vibrare le molle di un umido materasso. Ai confini del mondo. E’ come se la mia anima vagasse, cruda senza il mio permesso, estremo atto di provocazione di umana commedia per un onesto commensale di questa cosa che chiami vita. Ogni cosa avanza nella notte sorretta dall'oscurità, un ambiguo senso di vuoto ci rende liberi e prigionieri nello stesso tempo e io mi ritrovo solo in questa camera dell’Hotel Europa, a contemplare i barbagli della notte. Attraversare la vita, per ingannare la morteStrange days have found us / Strange days have tracked us down. They’re going to destroy our casual joys.

Parte III - Capodanno (distopico)

 Nel fumo del crepuscolo, su di un cavallo da guerra bianco latte, l'Arciere folle ha scolpito i tuoi lineamenti. Riposi nei campi, addormentato accanto alle stelle, con un cagnolino che ti lecca il viso.

Mi sveglio sempre troppo presto per iniziare a lavorare e per capire che il mondo, il mio mondo gira al contrario. Vedo una porta sbattere dietro le mie spalle, e anche se mi volto di scatto, non sono mai abbastanza veloce per farla restare aperta. Forse perché quella dannata porta non esiste, se non nella mia mente. Sai, la parola è come un tornado che scuote tutto. Nella mia mente tutto si sta riducendo a una piccola cartolina dall'inferno, di un disagio vissuto tra le mura domestiche, nonostante io voglia solo rigenerare le mie membra, in un bagno di balsamo tonificante. Sento il rumore del fiume dietro casa, ma non riesco a scorgere il fluire delle vite che mi circondano. Sta soffiando anche se non c'è vento, fluisce oltre la mia mente, con il mio malinconico sentire. Sta bruciando, ma non c'è nemmeno una scintilla, sta straripando, malgrado il letto del fiume sia in secca. In questo capodanno di ordinaria distopia. 

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